Bambini e ragazzi nell’emergenza Covid-19: le 5 proposte dell’alleanza per l’Infanzia

Uno spunto di riflessione per lo staff di polaris impegnato nel progetto “wand – we are not different”

In Italia le famiglie con figli minori sono circa 6 milioni, con circa 10 milioni di bambini e adolescenti, e sono quelle più provate dalle misure di prevenzione da Covid-19 sia nell’immediato che potenzialmente nel medio-lungo periodo.

Quasi tutti i genitori stanno sperimentando le nuove sfide e le difficoltà sul lavoro (anche a distanza) ma anche nella cura e supervisione delle attività di bambini e ragazzi. Per alcune famiglie queste difficoltà si combinano con la povertà economica, pregressa o prodotta dalla crisi sanitaria, con la presenza di disabilità.
Sussiste, dunque, un rischio concreto che si allarghino ulteriormente le diseguaglianze economiche ed educative (fra i nuclei familiari e fra i bambini e ragazzi), così come il rischio di violenza domestica.

Pertanto, oltre la necessità di rispondere concretamente all’emergenza (creata o acuita) dal Covid-19 è possibile programmare interventi strutturali sui servizi educativi e sociali per poter “far di necessità, virtù”.

In questa prospettiva, per uno spunto di riflessione al nostro staff per il progetto WAND, vogliamo ragionare sulle 5 proposte lanciare dall’Alleanza per l’Infanzia (rete nazionale di organizzazioni/associazioni impegnate nella promozione e tutela dei diritti dei bambini, dei ragazzi, dei loro genitori):

1 – Sostegno economico alle famiglie con figli

Per non frammentare la rete di sostegno e moltiplicare in maniera caotica le opportunità per le famiglie, considerando che troppi lavoratori e lavoratrici rimangono ancora scoperti per il problema della precarietà/legalità dei contratti, propone:

  • di estendere l’assegno famigliare previsto per i soli nati nel 2020 a ciascun figlio under 18 (finora il Governo lo ha esteso agli under 14);
  • una maggiorazione di tale sostegno per i figli disabili;

2 – Sostegno al sistema di servizi educativi per l’infanzia (0-6)

Stanziare risorse e definire protocolli che permettano ai servizi educativi (nidi e scuole per l’infanzia) pubblici, paritari e privati in convenzione, concessione o in appalto, di non chiudere bensì di potenziare l’offerta formativa, curriculare ed extra-curriculare.

3 – Sostegno al sistema scolastico (6-oltre)

Realizzare una piattaforma online che tramite canali televisivi dedicati fra quelli digitali, sostenga le famiglie con video-lezioni, approfondimenti e programmi formativi. La TV, specie quella del servizio pubblico, ovvierebbe in grossa parte alle difficoltà di chi non ha accesso né alla didattica on line (il 6% di tutti gli alunni, secondo una recente stima del MIUR) né alle altre risorse che si trovano sui vari siti specializzati.

Pertanto investire e potenziare in tempi rapidi le infrastrutture radio-televisive e digitali, offrendo hot-spot gratuiti di accesso alla rete specialmente nelle aree rurali, montane o più arretrate del Paese.

4 – Rafforzamento del sistema integrato dei servizi socio-educativi e socio-assistenziali a livello locale

E’ prezioso oggi (ed anche domani) valorizzare e sostenere l’attività che molte associazioni di società civile e di terzo settore stanno svolgendo per sostenere le famiglie e i bambini e ragazzi in condizione di svantaggio, inclusi i minori non accompagnati, perché non vengano esclusi, di principio o di fatto, dalla didattica a distanza.
Qui, il ruolo delle scuole e del personale docente gioca un ruolo chiave e soprattutto offre loro un ventaglio di potenziamento professionale e di formazione non formale infinito.

Anche perché le varie opportunità di animazione culturale-sociale, promosse dall’associazionismo, rivolte ai minori e agli adolescenti, sono il “sale” delle attività di circoli, laboratori sociali e centri di aggregazione giovanile che costituiscono indispensabili presidi territoriali di educazione, di legalità e di partecipazione.

5 – Sostegno ai genitori e conciliazione tra responsabilità familiari e lavorative nel contesto dell’emergenza

Le misure di conciliazione famiglia-lavoro oggi sono totalmente mutate (pensate solo al lockdown ed alle quarantene) e così  è venuta meno la programmazione del sostegno alla genitorialità.

Specialmente per i neo-genitori (con figli nati in questi ultimi mesi/settimane), i quali stanno affrontando una fase molto delicata della loro vita e di quella dei loro figli appena arrivati, senza poter facilmente contare sulle reti di accompagnamento che normalmente si attivano in questi casi (dall’aiuto dei nonni o di altri parenti al sostegno pediatrico e psicologico, quando richiesto o necessario). Per loro, occorre pianificare interventi urgenti ed immediati.

Perciò, diventa indispensabile non solo prolungare le le parziali misure già messe in atto come il congedo parentale e il bonus baby sitter) ma anche predisporre (con protocolli di sicurezza e prevenzione) un piano di gratuità per progetti speciali di socialità ed educazione extra-familiari. Torna la centralità della rete diffusa di ong, aps e programmi pubblici di educazione non formale. Risorsa, dunque, anche in un’ottica di conciliazione famiglia-lavoro dei genitori che non possono lavorare a distanza e non solo come attività “di potenziamento” socio-educative per bambini e ragazzi.